Come progettare la piscina
La piscina è il sogno di molti, ma non tutti sanno da dove partire per progettare un impianto tenendo conto dei numerosi aspetti tecnici e ambientali. In questa guida si chiariscono alcuni dubbi a riguardo attraverso l’analisi e la descrizione delle varie fasi nella progettazione di una piscina.
Tipologie e classificazioni delle piscine
La prima domanda da porsi è che tipo di piscina si intende realizzare: in base alle condizioni del sito e alla funzione che verrà svolta dalla vasca saranno necessarie tipologie costruttive diverse. In generale, distinguiamo piscine:
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in cemento armato. Si tratta della tipologia più diffusa, vista la solidità dei materiali impiegati. Dal momento che il lavoro prevede la realizzazione dello scavo e solo successivamente la posa del rivestimento, è richiesta la professionalità di un’impresa specializzata;
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con struttura prefabbricata. È una tipologia largamente utilizzata per le piscine residenziali, perché consente un’installazione più veloce e un risultato finale simile a una vasca in cemento armato. È sufficiente una soletta in cemento armato che viene successivamente ricoperta da pannelli d’acciaio modulari;
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con casseri in polistirolo. In questo caso, si inseriscono dei supporti metallici nei blocchi di polistirolo che vanno a comporre le pareti della piscina e possono essere assemblati in diverse forme. I blocchi si riempiono poi di calcestruzzo;
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in vetroresina. Qui il lavoro di installazione richiede soltanto la realizzazione dello scavo e l’appoggio dei blocchi prefabbricati, senza alcun rivestimento.
Tempi necessari
Al di là dei tempi necessari per l’installazione e la costruzione, occorre tenere presente anche i tempi burocratici:
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richiesta dei permessi. A seconda della tipologia di piscina che si vuole realizzare e in base alle normative urbanistiche regionali e comunali, potranno servire titoli come la DIA (denuncia di inizio attività), la SCIA (segnalazione certificata inizio attività) e il permesso di costruire. Si consideri che per il permesso di costruire sono necessari 60 giorni dalla presentazione della domanda, che diventano 120 nei comuni di più di 100.000 abitanti.
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preparazione del terreno. Una volta ottenuti i permessi, si deve procedere alla preparazione del terreno e quindi all’esecuzione degli scavi, il livellamento del terreno ecc.;
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installazione. Il tempo necessario per l’installazione dipende da vari fattori quali le dimensioni della vasca, il numero di persone coinvolte nel lavoro, il clima e molto altro. Nel caso di una piscina in cemento armato, quella che richiede più tempo, potrebbero servire oltre cinque settimane.
Dove collocare la piscina
Per capire dove collocare la piscina, sono necessarie alcune valutazioni tecniche che spesso soltanto un professionista può effettuare. Quando si progetta una piscina, infatti, non bisogna tenere presenti soltanto i vincoli ambientali più evidenti (alberi, siepi ed elementi naturali preesistenti nel giardino), ma anche quelli più nascosti spesso individuabili solo da un’indagine idrogeologica, ad esempio la presenza di falde acquatiche nel sottosuolo. È raccomandabile fare una visita anche all’Ufficio Tecnico Comunale, dove si potrà essere informati riguardo eventuali restrizioni all’installazione, come l’obbligo di recinzioni, le modalità di allacciamento alle reti fognarie e così via. Una volta completata la planimetria da parte del progettista, con tutti gli elementi preesistenti, le distanze rispetto alla casa, le curve di livello e i punti di allacciamento esterno, si potrà determinare la grandezza e la posizione esatta dello scavo, per avviare ufficialmente il cantiere.
Prima di avviare i lavori, si tenga nella dovuta considerazione il fattore luce: la posizione migliore per una piscina è quella maggiormente esposta ai raggi solari nell’arco della giornata, per favorire l’innalzamento della temperatura dell’acqua. Bisogna dunque considerare la proiezione delle ombre sulla piscina da parte degli elementi circostanti, senza sottovalutare il riflesso della luce sull’acqua, onde evitare spiacevoli effetti abbaglianti attraverso le finestre. Rimane comunque valida la regola per la quale è bene utilizzare una copertura per piscina quando la vasca è inutilizzata.
Forma, dimensioni e profondità
Prima di guardare ai fattori puramente estetici bisogna considerare se l’area scelta è idonea a sostenere l’intera struttura, ad esempio nel caso di un terreno questo dovrà essere sgombro da alberi e molto compatto. Per quanto riguarda la forma, i modelli più diffusi sono:
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la classica piscina rettangolare;
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la piscina ovale;
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la piscina a “fagiolo”, utile per un progetto multizona per separare bambini e adulti;
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la piscina a forma libera, con forme atipiche che dipendono dal terreno.
La scelta della profondità della piscina è cruciale perché ne condiziona l’utilizzo, il comfort e la sicurezza. Più profonda è la piscina, più alte saranno le spese da sostenere per l’acqua e la manutenzione e in generale le piscine grandi richiedono un’attenzione speciale. Per fare la scelta giusta, occorre chiedersi chi utilizzerà la piscina. Se si progetta una piscina per il nuoto e il riposo, ci si può orientare verso un fondo piatto a una profondità non troppo elevata oppure a un fondo su diversi livelli. Se si è amanti dei tuffi, chiaramente si deve puntare sulla profondità. A partire da questo, si possono distinguere:
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fondi adatti all’utilizzo familiare: fondi piatti 1,20 m, fondi incurvati da 1,20 a 1,80 m, mini fosse da 1,20 a 1,80 m;
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fondi non idonei all’utilizzo familiare: fondo piatto 1,50 m, gran bagno da 1,20 a 2,40 m;
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fondi per utilizzo sportivo, come il gran bagno o il fondo piatto 1,20 m per l’aquabike.
Tipo di filtrazione
La filtrazione serve a chiarificare l’acqua e a impedire la proliferazione delle alghe. L’elemento principale del sistema di filtrazione è il filtro, che separa le impurità dall’acqua, e ne esistono di diversi tipi:
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filtro a sabbia, apprezzato per l’ottima qualità della pulizia, sebbene l’installazione sia resa più complessa dal sistema di scarico in fognatura;
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filtro a cartuccia, che non necessita di allacciamento alla rete fognaria e richiede pochi litri d’acqua per la manutenzione;
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filtro a tasche monouso o lavabile, dalle performance simili a quelle del filtro a cartuccia, ma deve essere pulito più di frequente;
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filtro a diatomee, tecnicamente più complesso e costoso, è composto da elementi filtranti autopulenti, dove si deposita un sottile strato di materiale filtrante microporoso;
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filtro in vetro, che utilizza il vetro filtrante riciclato e tritato al posto della sabbia e rispetto a questa ha una probabilità di intasamento molto minore, per una manutenzione più semplice.